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sabato 9 ottobre 2010
giovedì 24 dicembre 2009
Argentina
Nuna, ex lavandaia di Terni, abitava iniziaimente nell'angolo del Palazzo Fabiani; aveva la battuta pronta e mordace, portava sempre il fazzoletto in testa perchè non voleva far vedere i suoi capelli bianchi. Non disdegnava, ai pasti, un bicchiere di vino e ripeteva sempre: "Io bevu el vì l'acqua la dagu al granturcu!". Invece 'Ndrianu de Zambò, Gelsericu, Mastrillu, El Tozzu, Iaiu, Ricchetti' de Fiora, Lesiu e altri che, partiti ragazzi, avevano passato la gioventù sui velieri ed in Argentina, amavano rievocare in tono commosso gli episodi più avvincenti della loro esistenza. Nessuno sapeva leggere, però molti di loro ripetevano a memoria "La Gerusalemme Liberata" e la "Divina Commedia", imparate ascoltando la lettura eseguita dal nostromo nei lunghi periodi di bonaccia. Talvolta, per darsi un tono d'importanza, alcuni fingevano di scorrere il giornale tenendolo rovesciato. Tante volte si rivolgevano ai passanti con il detto popolare appreso dai loro progenitori "Vai alla Torre a pià el paulu?". Infatti nei tempi passati le persone più povere, ed erano tante, andavano alla Torre, sede della pieve, a ritirare il PAOLO, una moneta papalina da 10 soldi che, nella miseria più nera di quei tempi, permetteva quantomeno la sopravvivenza.
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